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Paracetamolo, ibuprofene e altri antinfiammatori: cosa è meglio usare in caso di sintomi influenzali

Febbre, male alle ossa, raffreddore mal di gola… è meglio il paracetamolo o l’ibuprofene? E la cara vecchia Aspirina, si o no? Sono tutti farmaci utili, ma non sono interscambiabili. Vediamo le principali differenze e precauzioni d’uso, per scegliere con consapevolezza il rimedio più adatto.

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10 gennaio 2024
Pastiglie in mano

In caso di sintomi influenzali come febbre, raffreddore, dolore alla gola o alle ossa, i rimedi da utilizzare sono sempre gli stessi, che si tratti di influenza, Covid o di altri virus tipici della stagione invernale (detti parainfluenzali). Servono fondamentalmente pochi rimedi da automedicazione: antipiretici per abbassare la febbre e analgesici. Tuttavia, se non si conoscono esattamente le loro caratteristiche e proprietà, si rischia di fare confusione scegliendo magari quello meno adatto. Vediamo come si usano e in cosa differiscono quelli più utilizzati.

Paracetamolo o ibuprofene?

Il paracetamolo e l’ibuprofene sono senza dubbio tra i farmaci più utilizzati in caso di febbre e raffreddore ma non sono affatto la stessa cosa. Prima di tutto perché fanno parte di due classi di farmaci differenti.

  • Il paracetamolo è un farmaco che si usa per alleviare il dolore lieve o moderato in vari malanni, tra cui il mal di testa o di denti, il dolore mestruale, i fastidi post-operatori e per abbassare la febbre.
  • L’ibuprofene è invece un antinfiammatorio che appartiene alla classe dei Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei): la sua funzione principale è appunto quella di ridurre le infiammazioni, ma ha anche un potere antidolorifico e antifebbrile.
  • La prima grande differenza riguarda appunto l’effetto antinfiammatorio, caratteristica sostanziale dell’ibuprofene ma non del paracetamolo. Entrambi hanno un ottimo effetto analgesico, cioè agiscono sul dolore, ma ancora una volta se questo sintomo dipende da un’infiammazione, l’ibuprofene sarà da preferire al paracetamolo.
  • Per quanto riguarda gli effetti collaterali e le interazioni con altri farmaci, il paracetamolo è generalmente considerato più sicuro dell’ibuprofene: quest’ultimo può infatti causare problemi gastrointestinali, come ulcere o sanguinamento, e compromettere la salute cardiovascolare, se assunto per lunghi periodi. Il paracetamolo, invece, è un po’ più tossico per il fegato e per questo non è sempre la scelta migliore per chi soffre di insufficienza epatica. L’ibuprofene è controindicato nei neonati con peso inferiore ai 5,6 kg (sotto i tre mesi circa), nelle persone con ulcere gastriche, sanguinamento gastrointestinale o allergiche ai Fans. Il paracetamolo, invece, può essere assunto da quasi tutti, ma è importante fare attenzione al dosaggio e alla durata del trattamento. In questo calcolatore online puoi farti un idea di quale possa essere la dose di ibuprofene e paracetamolo più adatta ai bimbi in base al peso.

Paracetamolo o acido acetilsalicilico?

Anche l’acido acetilsalicilico, la cara vecchia Aspirina, viene comunemente usato per alleviare febbre, infiammazione e dolore. Si tratta anche questo di un antinfiammatorio non steroideo (Fans): il primo a essere stato scoperto e uno dei farmaci più usati al mondo. Grazie alla sua azione fluidificante del sangue, l’Aspirina viene anche usata a basso dosaggio per prevenire infarti e trombi in chi ha un rischio cardiovascolare aumentato o ha già avuto un incidente di questa natura.

  • L’effetto antidolorifico e contro la febbre dell’Aspirina è molto simile a quello del paracetamolo ma, come l’ibuprofene, l’Aspirina possiede anche un effetto antinfiammatorio, che può essere utile se i sintomi dipendono da un’infiammazione.
  • Attenzione, però, ai suoi effetti indesiderati: come tutti i Fans, anche l’acido acetilsalicilico è irritante per lo stomaco. Ad alti dosaggi, l’Aspirina può provocare ulcere e sanguinamento gastrico. Per questo deve essere usata con cautela nelle persone che soffrono di ulcera o gastrite e mai se si soffre di emofilia o altre malattie della coagulazione.
  • Un’altra importante differenza è che il paracetamolo può essere somministrato ai bambini, mentre l’Aspirina è controindicata sotto i 16 anni: in età pediatrica questo farmaco può, infatti, causare un effetto collaterale raro ma molto grave e potenzialmente fatale chiamato sindrome di Reye. Questa malattia si può verificare nei minorenni, probabilmente per una predisposizione genetica, in seguito alla combinazione di due eventi: un’infezione virale, in particolare varicella o influenza, e l’assunzione di Aspirina.

Ibuprofene, ketoprofene o altri Fans?

La differenza che intercorre tra l’ibuprofene e gli altri farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) in libera vendita è davvero minima. Tutti svolgono anche una funzione analgesica e antipiretica. Quello che cambia è la durata di tempo in cui il farmaco è presente nell’organismo, che ha una ricaduta sul numero di dosi giornaliere e sul dosaggio necessario per ottenere un determinato effetto sull’infiammazione e il dolore. Ci sono anche differenze nella tollerabilità e nel rischio di effetti indesiderati: i dati disponibili indicano che l’ibuprofene è meno aggressivo a livello gastrico rispetto ad altri Fans e per questo è preferibile in caso di malattie da raffreddamento. Gli effetti collaterali più comuni dei Fans riguardano il tratto gastrointestinale: bruciore di stomaco, nausea, mal di pancia, diarrea…

Alleviano i sintomi ma non curano

Tutti i rimedi elencati possono ridurre i sintomi collegati alle infezioni respiratorie, come il mal di gola o i dolori muscolari, ma questo non significa che siano efficaci nel curare queste malattie: contrariamente ai messaggi veicolati dalle campagne pubblicitarie assumerli non fa guarire più velocemente. Meglio assecondare l’organismo, stando al caldo e a riposo per il tempo necessario alla completa guarigione. Segui i nostri consigli su come curarsi anche senza farmaci e scopri come riconoscere una reazione allergica ad un farmaco.